“Vi diedi una terra che non avevate lavorato, abitate in città che non avete costruito e mangiate i frutti di vigne e oliveti che non avete piantato”
(Gs 24)
Dovremmo ricordare continuamente anche noi questa Parola che Dio ha rivolto un giorno a Giosuè, colui che ha accompagnato il popolo d’Israele nella Terra Promessa, prendendo il posto di Mosè.
Anche noi calpestiamo suoli di terre che non abbiamo creato o lavorato: l’abbiamo ricevuta in dono questa Terra per poterne vivere, poterla abitare, renderla sempre più bella… Lo sappiamo bene come sta andando la storia e spesso la riascoltiamo annoiati o perplessi, quando non addirittura “sufficienti” a noi stessi…a noi interessa l’usufrutto!
Al di là di ogni discorso di cambiamento climatico o meno, in quanto depositari della fiducia di Dio dovremmo semplicemente preoccuparci di rispettare il Dono che abbiamo ricevuto, facendo ciascuno la nostra parte, e di rispettare coloro che prima di noi e con noi hanno faticato e faticano, hanno abitato e abitano questa Casa Comune – come l’ha chiamata papa Francesco.
Non è vero che non possiamo fare nulla: di questo vogliono convincerci coloro che stanno distruggendo la nostra Terra… Abbiamo tra le mani e nel cuore l’opportunità di un amore tutto da scoprire e da vivere con creatività, entusiasmo e responsabilità… pre-occupandoci, avendo cura!
Il filo d’erba o il fiorellino, che spuntano tra le ferite dei “cappotti di asfalto e cemento” – di cui continuiamo ad avvolgere forzatamente la nostra Madre e Sorella Terra – sono il silenzioso grido di una Vita che ci viene costantemente donata dall’Alto/Altro: una Vita pronta a ripartire, a rioffrirsi come tenera e delicata carezza ai nostri cuori frettolosi, induriti, superficiali e troppo preoccupati di sé… Tenera e delicata carezza con cui Dio ogni mattina ci sveglia al nuovo giorno dicendoci:
SHALOM!
sorella Serena Nicoletta Marotta